Recentemente abbiamo avuto l'occasione di parlare con Isacco Mantegazza, ossia il boss di Funky Snowboards, il quale ci ha raccontato un po' di questa vecchia-nuova realtà del mondo dello snowboard tutta made in Italy. (Naturalmente noi ci rivolgeremo a lui al plurale trattandosi di un'azienda ma a tratti si esprimerà in prima persona).
1. Anzitutto presentatevi. Chi siete e cosa fate.
Siamo un gruppo di amici, io (Isacco Mantegazza), Mitch Dalle, Achille Mauri, Stefano Bergamaschi, ecc.. che un bel giorno ha deciso di cimentarsi in una nuova attività, ossia ridare vita ad un bran storico come Funky, che è stato il primo in Italia ed uno dei primi in Europa. Io (Isacco) sono stato stimolato anche dal fatto che mio zio (Lucio Longoni ndr) sia stato il fondatore di Funky nel lontano 1982.
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2. Come e quando è nata l'idea di far rinascere un marchio prestigioso dello snowboard come Funky?
Circa due anni fa, appunto, tra amici, con l'intenzione di sviluppare tavole da sviluppare in prima persona, poi le cose hanno preso una piega differente ed eccoci qua. Tra l'altro il fatto che molti rider sostengano la qualità dei nostri prodotti attesta la bontà della nostra iniziativa.
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3. Avete trovato difficoltà nel finanziare ed allestire tutta la produzione? Quanto tempo avete impiegato?
Tra una cosa e l'altra due anni, perché inizialmente abbiamo sperimentato su noi stessi quasi per gioco, poi, da quando le idee hanno assunto una prospettiva più "aziendale" sono trascorse due stagioni. Le difficoltà sono le solite di chiunque inizi un'attività d'impresa, ma noi siamo andati molto piano piano, proprio perché per il primo anno ci siamo interamente dedicati esclusivamente allo sviluppo interno. Per fortuna tutti sono stati e sono motivati nel condurre questo progetto in maniera completamente artigianale, così stiamo continuando a progredire. Inoltre si consideri che la maggior parte dei top rider italiani hanno lasciato i rispettivi sponsor per puntare su di noi, che produciamo in Italia investendo, quindi, nel nostro Paese.
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4. Come "nuovo" inizio ritenete che le aspettative siano state soddisfatte o vi aspettavate di più?
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- Pienamente soddisfatte, andiamo subito in sold out, infatti il primo vero stock di 100 tavole è stato esaurito subito, perciò benissimo così.
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- 5. Secondo quali criteri avete selezionato il vostro team? Pensate di incrementarne il numero?
Essendo tutti amici è ovvio che non ci sia stata una vera selezione, però di sicuro stiamo guardando anche all'estero, soprattutto alla Svizzera dove vorremmo vendere prossimamente scegliendo magari qualche loro rider. Peraltro diamo molta importanza ai giovani emergenti italiani, per esempio Gabriele Baj, dato che noi giriamo tanto sul territorio e li vediamo; oltre all'eterogeneità, cioè avere nel team varie scuole e stili di riding, dalla old school alla new school. Comunque l'amicizia potrà far ampliare il numero del team, nonostante la prospettiva di stanziare budget ad hoc rientri nei nostri piani.